Gli adulti-giovani ci stanno a cuore. Questo possiamo dire la sintesi della tre giorni svolta a Roma, dal 17 al 19 febbraio, dove circa 180 soci di Ac si sono confrontati su un’età particolare, quella dei giovani-adulti, che ha bisogno di cura, ascolto e visione progettuale.
Tieni il tempo, accompagnati a diventare adulti” è stato il leitmotiv della tre giorni (Roma, 17-19 febbraio), dove circa 180 soci di Ac si sono confrontati su un’età particolare, quella dei giovani-adulti, che ha bisogno di cura, ascolto e visione progettuale. Per la nostra diocesi hanno partecipato Maria Stefania, vice presidente adulti, Paola, consigliera diocesana e Francesco, segretario parrocchiale.
Esperienza in cui il settore adulti ha avuto l’opportunità di fermarsi e riflettere su una fascia d’età che potremmo definire di passaggio e che oggi più che mai richiede una riflessione. Partiamo da un punto fermo: Gli adulti-giovani stanno a cuore all’Azione Cattolica: “Ci interessano non solo, o meglio non tanto – spiegano i due vice adulti nazionali – per una semplice questione di “conservazione della specie”, o perché così possiamo scaricare la responsabilità sui malcapitati di turno, ma proprio perché si percepisce che la fatica che vivono è reale», in un perenne senso di precarietà nella società, nella Chiesa e nell’associazione”.
In AC abbiamo il dovere di fare una proposta a queste persone, da costruire insieme, senza scorciatoie e ricette semplicistiche o calate dall’alto.
Ci siamo accorti che la cassetta degli attrezzi l’abbiamo, ma dobbiamo riuscire a costruire la proposta e l’ambiente ottimale affinché tale proposta possa trovare l’humus ideale per la sua crescita. Come sempre è necessario ripartire dalle relazioni, che significano ascolto, cura, fatica nel camminare insieme.
Dalla meditazione sul testo di Atti 8,26- 40 in cui Filippo incontra l’Eunuco etiope, ai vari contributi degli ospiti presenti, sono emersi diversi aspetti “sull’incrocio di vite” come indicazioni, tracce, suggerimenti per intraprendere questo cammino: la necessità di mettersi in ascolto tra giovani / adulti giovani/ giovani adulti /adulti; più che “contarci” dovremmo “incontrarci”; essere pronti a rischiare; cogliere la domanda nell’altro (capire – sostare – rilanciare); partire dal particolare, dai dettagli della vita che gli A-G raccontano nei frammenti di istantanee su instagram o altri social (come per la stesura della trama di un libro); c’è un bisogno di raccontarsi, di rendere presente la propria vita che è luogo di incontro, terreno comune dove poter incontrarsi (come di fronte ad un silent book); l’ironia un’alleata che spezza il giudizio e può essere un aiuto all’incontro con un nuovo linguaggio; l’incontro insieme davanti alla Parola … Abbiamo bisogno tutti di qualcuno che cammini “a fianco a noi”, non “davanti” che comanda o “dietro” che lascia andare:camminatori di vita dove il mio passo ispira il tuo, testimoni di vita quotidiana che anche nella stanchezza mostrino passione e siano portatori di significati.
Importanti sono state le testimonianze degli adulti presenti e i confronti tra le varie anime presenti che ci fanno capire come sia fondamentale camminare insieme e porsi in ascolto gli uni degli altri: essere parte di una comunità più grande è una cosa importante e l’Azione Cattolica è un’opportunità unica per i giovani adulti di sentirsi parte di una rete di persone che condividono i medesimi valori e aspirazioni.
Adesso tocca a noi! Come il centro nazionale, anche i territori sono ora chiamati a mettersi in gioco aprendo nuove strade e nuovi stili di attenzione e proposte che possano dire e accompagnare i cari “giovani-adulti”.