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PG_FRASSATI
18 Febbraio 2025
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Appunti dal pellegrinaggio sulle orme di Pier Giorgio Frassati di domenica 16 febbraio 2025

Il pellegrinaggio a Torino organizzato congiuntamente da AC, MEIC, FUCI e San Vincenzo gruppi di Bergamo  — poiché Piergiorgio Frassati operava in tutte queste associazioni a suo tempo  — ci ha fatto ripercorre alcuni tratti della sua umanità e santità: Frassati infatti, morto nel 1925, parla il linguaggio dei nostri giorni, sembra di vederlo camminare a fianco a noi: come disse Wojtyła, “egli è l’uomo del nostro secolo, l’uomo moderno, l’uomo che ha tanto amato”.

       

1.GIOVANE

            Sembra incredibile che Frassati sia morto tanto prematuramente, stroncato da una poliomielite fulminante (contratta probabilmente nell’assistere i poveri), ma avesse già a 24 anni sperimentato e maturato così tanto della sua umanità e della sua vita cristiana.

Frassati ci ricorda l’ardore dei giovani, che vogliono cambiare il mondo e che progettano la propria vita, ci testimonia la ricerca di bene e di amore che avvolge  — potremmo dire — quest’età della vita. Ne erano simbolo la sua amata ascesa in montagna, la sua rumorosa allegria, la sua forza e vitalità.

Egli può aiutarci, nelle nostre associazioni, a offrire coerenza tra il dire il fare cristiano, come i giovani oggi chiedono con tanta insistenza, e a non smettere mai di cercare.

2.CORAGGIO

            Che cosa dire di questo ventenne che scorrazzava per le vie di quartieri poveri di Torino portando le masserizie dei poveri e degli sfrattati, che spesso rincasava tardi senza raccontare le ore spese per stare vicino ai poveri, mentre egli apparteneva a una famiglia altolocata, con il padre fondatore del quotidiano La Stampa e la madre che era una pittrice? Piergiorgio si era iscritto al Partito popolare di Don Sturzo, sentendo i bisogni sociali e la necessità di un impegno politico, ma ne aveva criticato alcune posizioni tendenti ad appoggiare il nascente fascio. Piergiorgio aveva difeso la bandiera del suo circolo dall’assalto delle Guardie regie nel settembre 1921 a Roma, durante una grande manifestazione della gioventù cattolica, venendo per ciò arrestato.

Egli può aiutarci a mollare gli ormeggi e, issate le vele, coraggiosamente salpare nel mare a volte tempestoso dei nostri giorni, sia nella nostra vita personale familiare o associativa, sia come  Chiesa tutta.

3.POVERI

            La cura dei poveri di Piergiorgio Frassati è stata una scelta di vita. Si era iscritto nel 1918 a Ingegneria meccanica con specializzazione mineraria, perché volevo dedicarsi ai minatori che erano gli operai più umili e meno tutelati («Voglio diventare ingegnere minerario, per viver gomiti gomiti con gli operai che fanno il lavoro più duro che esiste»). Come membro della Conferenza di S. Vincenzo visitava le famiglie più bisognose alle quali offriva conforto e aiuto tangibile, per le strade di Torino nei quartieri poveri, al Cottolengo. Il biglietto scritto sul letto di morte, mentre saliva la inesorabile paralisi, riguarda le iniezioni e una polizza per i poveri («Ecco le iniezioni di Converso, la polizza è di Sappa. L’ò dimenticata, rinnovala a mio conto»). Fu tutto il suo testamento. La folla accorsa ai suoi funerali, dei tanti amici e tanti bisognosi e poveri che gli aveva assistito, iniziò a rivelare la sua fama di santità.

            Frassati incarna l’opzione per i poveri espressa chiaramente dalla Chiesa di Papa Francesco; come disse di lui Giovanni Paolo II “nella sua esistenza la fede si fonde con la carità: saldo nella fede e fattivo nella carità, poiché la fede senza le opere è morta”.

4.PREGHIERA

            Santo dei nostri giorni, Piergiorgio alimentava l’impegno di carità con la preghiera. Una preghiera ardente e semplice che accompagnava e sosteneva la sua donazione. La luce della fede illuminava tutta la sua vita, gli dava una chiarezza e una intelligenza delle cose, una sapienza.

Come disse Wojtyła “Il segreto del suo zelo apostolico e della sua santità, è da ricercare nell’itinerario ascetico e spirituale da lui percorso; nella preghiera, nella perseverante adorazione, anche notturna, del Santissimo Sacramento, nella sua sete della parola di Dio, scrutata nei testi biblici; nella serena accettazione delle difficoltà della vita anche familiari; nella castità vissuta come disciplina ilare e senza compromessi; nella predilezione quotidiana per il silenzio e la ‘normalità’ dell’esistenza”. Dalla biografia leggiamo: gli scritti di Santa Caterina da Siena e gli accesi discorsi di Savonarola lo spingono a entrare nel 1922 nel Terz’Ordine Domenicano con il nome di frate Girolamo. Da fervente discepolo di San Domenico, recitava ogni giorno il Rosario («Il mio testamento – diceva mostrando la corona del Rosario – lo porto sempre in tasca»).

            «Gesù mi fa visita ogni mattina nella Comunione, io la restituisco nel misero modo che posso, visitando i poveri»

Frassati poi aiutarci a ricongiungere la vita con la preghiera, la preghiera con la vita.

  1. FEDELE LAICO

            Nei nostri giorni, tempo di sinodalità e corresponsabilità laicale, per le nostre associazioni, che cosa c’è di più vicino di un santo fedele laico come Piergiorgio Frassati? Egli testimonia che la vita uniti a Dio è per tutti, che ciascuno la mette in atto attraverso il lavoro, la famiglia, il volontariato, la parrocchia, l’amicizia, la città, tutte le relazioni interpersonali…

            Conclido sul punto ancora con le parole di Giovanni Paolo II: “Tutta immersa nel mistero di Dio e tutta dedita al costante servizio del prossimo: così si può riassumere la sua giornata terrena! La sua vocazione di laico cristiano si realizzava nei suoi molteplici impegni associativi e politici, in una società in fermento, indifferente e talora ostile alla Chiesa. Con questo spirito Pier Giorgio seppe dare impulso ai vari movimenti cattolici, ai quali aderì con entusiasmo, ma soprattutto allAzione Cattolica, oltre che alla FUCI, in cui trovò vera palestra di formazione cristiana e campi propizi per il suo apostolato. NellAzione Cattolica egli visse la vocazione cristiana con letizia e fierezza e simpegnò ad amare Gesù e a scorgere in lui i fratelli che incontrava nel suo sentiero o che cercava nei luoghi della sofferenza, dellemarginazione e dellabbandono per far sentire loro il calore della sua umana solidarietà e il conforto soprannaturale della fede in Cristo”.

 

Liberamente tratto da un contributo di Margherita Giua 

FOTO GRUPPO PELLEGRINGGIO FRASSATI 2025