Iniziamo il nuovo anno associativo accompagnati dalle suggestioni che vengono dalle proposte dell’anno pastorale della Diocesi e dal cammino nazionale. Suggestioni che arrivano in un momento importante per tutta l’AC diocesana e parrocchiale, nel cammino assembleare di rinnovo delle cariche associative.
La prima è legata al brano dei discepoli di Emmaus che il Vescovo Francesco propone nella sua lettera circolare e richiama la dimensione del cammino, della strada. Un cammino sinodale animato dalla presenza del Risorto, che ci chiama a dare uno sguardo contemplativo di fede e speranza riguardo la nostra vita: a riconoscere in essa la Sua presenza attraverso quelle persone che ci accompagnano, che ci interrogano, che vivono con noi fianco a fianco sulla strada, anche fuori dalla “zona comfort” delle nostre chiese e case.
Una risposta che possiamo trovare solo in Lui, che ci interroga, ci accompagna e si fa riconoscere nello spezzare il pane, nello “scaldarci il cuore” per via, in tutti quei segni che continuano a dirci il Suo essere al nostro fianco, anche se non lo riconosciamo subito! Ed è sempre per strada che si situa il brano evangelico che guida il cammino associativo, proposto a tutta l’AC nazionale, di quest’anno. L’emorroissa e la figlia di Giairo ci offrono un secondo stimolo che ci accompagna in questo cammino sinodale: esse trovano in Gesù colui che cura le loro ferite e dà pienezza alle loro vite. Guidati da queste suggestioni andiamo alla scoperta della bellezza dell’incontro, con tutti i suoi imprevisti; andiamo alla scoperta della ricchezza che viene nell’accogliere gli altri; andiamo alla scoperta di sapersi far cambiare da ciò che accade e di quanto sia fondamentale avere cura di ogni incontro nella nostra vita.
Molti di noi hanno incontrato – e incontrano ancora – persone che nella loro quotidianità e semplicità hanno creduto – e credono – in un “noi” fatto di relazione tra le persone, in un cammino insieme, in cui ci si sostiene gli uni gli altri. Così quando qualcuna di queste persone ci lasciano – come Piergiorgio Confalonieri e Giuliana Tagliaferri, che hanno dato un contributo significativo all’Associazione, che hanno dato tempo e passione per ciò in cui hanno creduto- non possiamo non sentire la loro mancanza e vivere un sentimento molto vicino a quello dei discepoli di Emmaus: provare cioè tristezza e abbandono. Ci si sente come se dei punti stabili di riferimento non ci siano più, con però quella riconoscenza per ciò che ci hanno mostrato con la loro vita tra noi. Non possiamo che ringraziarli per aver permesso di intrecciare le nostre storie con le lorocredendo insieme nel valore dell’AC per dar forma alla vita con il Vangelo.
A loro, come a tutti coloro che ci hanno lasciato e custodiamo nei nostri cuori, va la nostra gratitudine, convinti che non ci hanno lasciati soli, ma che continuano a essere con noi negli insegnamenti e nelle belle testimonianze di vita che ci hanno trasmesso. Non possiamo che vivere allora con sguardo di fede e bene ogni relazione che viviamo, nelle difficoltà e nelle fatiche che inevitabilmente fanno parte della vita e che nascono dal vivere con gli altri.
Questo non può che farci sentire sempre più coinvolti nel periodo specifico che stiamo vivendo come Associazione: il momento assembleare! Momento che ci impegna a prendere sul serio la scelta democratica dell’Associazione, che ci impegna ad essere corresponsabili gli uni verso gli altri, nel prendere in mano la vita associativa, a livello parrocchiale come diocesano, e proporla con gioia, per testimoniare la fede che abita la nostra vita. L’ho già scritto e detto in altri articoli: sentiamoci coinvolti tutti in questo impegno!
Cerchiamo di camminare insieme verso questo momento importante per la nostra AC e, se possibile, cerchiamo di non avere timore di impegnarci in e per essa!