Di fronte alle guerre ci si sente sempre più impotenti, ma la nostra reazione sia quella di diventare sempre più “artigiani di Pace”, come Papa Francesco continuamente ci invita ad essere, attraverso la preghiera, l’educazione e l’azione!
Cosa può fare per la pace un credente di fronte all’inaudita violenza che in questi giorni ha ferito e continua a ferire profondamente il Medio Oriente? Come trasformare il dolore, l’angoscia e l’orrore in azione concreta? Per i cristiani la risposta passa dalla preghiera, che non è mai una formula astratta per voltare lo sguardo dall’altra parte, ma risorsa potente per cambiare la storia. Essa, infatti, richiede di riconoscersi gli uni gli altri come parte di una comunità che si fa carico del dolore del mondo. Un gesto, la preghiera, che la tradizione spesso accompagna al digiuno, come espressione visibile della ricerca dell’essenzialità e quindi della pace. Per questo è stata indetta da papa Francesco una giornata di preghiera, digiuno e penitenza per la pace per venerdì 27 ottobre.
Di fronte alle guerre ci si sente sempre più impotenti, ma la nostra reazione sia quella di diventare sempre più “artigiani di Pace”, come Papa Francesco continuamente ci invita ad essere, attraverso la preghiera, l’educazione e l’azione!
Come anche ci ricorda il nostro Presidente nazionale :”Educare alla pace, che poi vuol dire educare alla giustizia, e alla giustizia sociale, a rifiutare la violenza e le disuguaglianze, mi sembra un buon inizio. Essere cittadini attivi, che contribuiscono a rendere tutti consapevoli dell’importanza di partecipare alla vita democratica; che condividono gli stessi valori umani nel tentativo di contrastare conflitti e violenze di portata diversa e di diversa natura, che vanno dal locale al globale e dal personale al comunitario; che esplorano con coraggio le strade di un futuro più giusto e sostenibile per tutti.”.
In allegato un sussidio preparato dall’Ufficio liturgico della Cei per l’adorazione, da poter utilizzare nelle Parrocchie.