L’esperienza di Carmen al Campo Adulti: Tre giorni intensi, ricchi di spunti, riflessioni ed esperienze forti, all’insegna della sinodalità, sperimentando che essere una Chiesa sinodale non è un sogno, ma piuttosto deve essere il nostro desiderio!
Il 9 ottobre 2021 Papa Francesco ha aperto il percorso sinodale con un discorso nel quale ha sottolineato, sin dall’inizio che “il Sinodo non è un parlamento, ma è un momento ecclesiale, e il protagonista del Sinodo è lo Spirito Santo”; il Santo Padre ha richiamato la necessità che in questo cammino tutto il Popolo di Dio cammini insieme, nessuno escluso. Come Azione Cattolica ci siamo sentiti subito chiamati ad approfondire e fare nostro questo grande tema e il campo adulti che abbiamo vissuto da venerdì 9 settembre a domenica 11 settembre a Rota Imagna, in contemporanea con il campo ACR, è stata una bellissima occasione per confrontarci sul significato del Sinodo.
Il campo aveva come titolo “Ci vuole orecchio, anzi parecchio. AscoltateLo ascoltandovi”. Già da questo incipit si può capire quale stile deve accompagnare un percorso sinodale: l’ascolto. Dobbiamo imparare ad ascoltare con il cuore, con attenzione, con rispetto e con apertura ciò che ci viene consegnato da tutti coloro che incontriamo, coloro con i quali lavoriamo e viviamo la vita di comunità. Ma il primo ascolto lo dobbiamo alla Parola che ci indica la via e allo Spirito Santo che ci illumina, ci guida e ci dà la grazia di andare avanti insieme. Durante il campo abbiamo potuto mettere in pratica l’ascolto grazie all’aiuto di Valerio Baggio che, nella serata di venerdì ci ha dimostrato, attraverso il canto, quanto sia importante ascoltarsi per creare una melodia che sia intonata, d’insieme e corale. Le numerose voci che compongono il coro hanno ciascuna la propria caratteristica, il proprio timbro, ma nessuna deve prevalere sulle altre, si deve creare un’armonia unica. Questo vale anche per il cammino sinodale: ciascuno di noi, con i propri talenti, è chiamato a mettersi in gioco collaborando con gli altri perché nessuno prevalga, ma si crei un’intesa, un cammino condiviso e una comunione di intenti; questa è una delle parole-chiave del Sinodo: COMUNIONE.
Un’altra parola-chiave è PARTECIPAZIONE, infatti il Papa ha detto che tutto il Popolo di Dio è chiamato alla sinodalità e quindi ciascuno di noi, nei vari ambiti di vita, nelle diverse modalità che ci contraddistinguono, è chiamato a vivere in prima persona il Sinodo, con un reale coinvolgimento di tutti e di ciascuno. Non possiamo e non dobbiamo accontentarci della teoria, del sogno di partecipare attraverso incontri, riunioni, studi e teorie, quello che ci viene chiesto è di dare concretezza alla sinodalità attraverso delle prassi ecclesiali che caratterizzino il nostro operare. Il percorso del campo ci ha aiutati a capire e a vivere anche la partecipazione, attraverso un’attività proposta dalla professoressa Giuliana Scotti. Nella mattinata di sabato ci ha fatto mettere in gioco nella simulazione di una riunione che aveva come obiettivo l’organizzazione di una festa. Ogni partecipante aveva un ruolo ben preciso da sostenere e nel tempo di 30 minuti si doveva giungere ad un accordo su tempi, luoghi, risorse, attività da proporre. Questa semplice attività ci ha messo di fronte a quelle che possono essere le ricchezze e le difficoltà della sinodalità. Se vogliamo vivere in pienezza uno stile sinodale dobbiamo imparare ad ascoltare, a sospendere il giudizio, a confrontarci, ad essere accoglienti e ospitali, a camminare insieme per poter dare una risposta condivisa.
Nel pomeriggio, siamo stati aiutati da don Paolo Carrara a capire perché il tema della sinodalità è un tema così caro alla Chiesa: innanzitutto perché la Chiesa è il Popolo di Dio e quindi, tutti noi, in quanto battezzati, siamo il Suo Popolo e tutti siamo Suoi figli, con la stessa dignità, tutti chiamati ad essere protagonisti di questo modo di vivere e di operare che deve caratterizzare il cammino ecclesiale; tutti noi battezzati siamo chiamati alla stessa MISSIONE (ecco la terza parola-chiave), che è la missione evangelizzatrice. La sinodalità è un movimento che deve mettere in movimento, non ci deve mai lasciare fermi ed indifferenti.
Per riflettere sul tema della missione della Chiesa in uscita e vicina ai più fragili, domenica mattina abbiamo avuto la presenza di don Flavio Bruletti e la testimonianza di Aleandro che ci hanno raccontato la loro esperienza nel cammino dei “Cercatori di Dio”. Si tratta di un gruppo che si incontra presso il Santuario di Stezzano e nel quale si dà la possibilità alle persone che vogliono fare un cammino di ricerca della fede, di incontrarsi e confrontarsi per fare un percorso che li aiuti a conoscere, riscoprire ed avvicinarsi a Gesù.
Sono stati tre giorni intensi, ricchi di spunti di riflessione e di esperienze forti, la presenza dei ragazzi di ACR, inoltre, ci ha dato la possibilità di vivere alcuni momenti di gioco, di convivialità e di preghiera insieme. Tutto questo ci ha permesso di vivere concretamente lo stile della sinodalità e di capire che essere una Chiesa sinodale non è un sogno… piuttosto deve essere il nostro desiderio!