Il film scelto questa volta per stimolare la discussione è un film indiano, “Stelle sulla Terra”, che racconta la storia di Ishaan, un ragazzino di 9 anni, che frequenta la terza elementare e a causa di una particolare forma di dislessia, ha grossi problemi di apprendimento. Purtroppo la patologia è ancora poco conosciuta, gli insegnanti lo castigano spesso pensando non abbia voglia di studiare e anche i genitori, soprattutto il papà, persona che esalta molto la competitività, ritenendola essenziale per affrontare la vita, non si da pace e alla fine Ishaan viene mandato in collegio.
Qui, dopo alcune difficoltà iniziali, il ragazzino vive l’incontro che gli cambia la vita: arriva il nuovo professore di arte che subito si appassiona ad Ishaan, riconoscendo quasi subito che soffre di dislessia, avendo egli stesso vissuto problematiche simili da bambino; Ishaan è un ragazzo con un talento creativo molto spiccato e il professore si inventa un piccolo concorso d’arte a cui invita a partecipare sia i ragazzi che i professori e a cui partecipa anche Ishaan che risulterà il protagonista assoluto della scena.
Il film è stato molto apprezzato dai partecipanti che hanno partecipato all’interessante dibattito che si è sviluppato subito dopo la visione; riporto sinteticamente alcune sottolineature che mettono particolarmente in evidenza gli innumerevoli intrecci di sguardi che si ripetono tra i protagonisti: sguardi pesanti di accusa nella prima parte del film degli insegnanti, che vedono nel comportamento del ragazzo semplici capricci e dei compagni di classe che lo prendono in giro, che portano Ishaan ad atteggiamenti di ribellione fino alla fuga da scuola. Ci sono poi gli sguardi teneri della mamma e del fratello, che si scontrano con quello sempre severo del padre che non capisce e non accetta che il figlio possa avere dei limiti che gli impediscono di affrontare lo studio come tutti gli altri. In collegio invece troverà lo sguardo attento del suo compagno di banco e del professore, che sanno ridare gioia a Ishaan, aiutandolo a trovare dentro di sé tutta la bellezza di cui è ricco.
Un po’ come Gesù, che sa sempre leggere nel cuore delle persone che incontra, ha fiducia, ha fiducia nella conversione di ognuno di noi, che al contrario invece spesso continuiamo a riprendere le persone dicendo loro: “Sei il solito, non cambierai mai, farai sempre così”. Di fronte alle difficoltà e alla paura del giudizio degli altri, avere la fortuna di incontrare qualcuno che ci sostiene ci dà il coraggio di ripartire con slancio perché aumenta in maniera esponenziale la nostra autostima. In più diventiamo a nostra volta capaci di riaccendere sguardi di gioia in chi fino a quel momento non credeva in noi: è il caso ad esempio del padre del ragazzo che vive una vera e propria conversione tra l’inizio e la fine del film, passando da un atteggiamento di rassegnazione a un atteggiamento di stupore e di empatia quando finalmente scopre le potenzialità di Ishaan, che aveva solo bisogno di un po’ più di cura e di amore per liberare tutta la sua vitalità.
Il film ci ha insegnato anche che è importante ogni tanto fermarsi: la frenesia ci fa perdere di vista l’essenziale; purtroppo viviamo in un mondo dove ci viene chiesto sempre di essere al top; ciò non favorisce l’attenzione all’altro e porta all’emarginazione. In realtà l’altro è sempre una risorsa.
Come avrete capito è davvero un film che offre notevoli spunti di riflessione e che consigliamo a chi non lo avesse ancora visto.
L’appuntamento ora è per la prossima tappa: Sguardi che ridanno dignità.
Vi aspettiamo.