I giorni della guerra in Europa che seguono all’epidemia sembrano quasi smentire questa certezza, aprendo il nostro cuore alle domande più vere e alle crisi più vitali. Sarà importante raccogliere e risignificare. Insieme. Piccoli e grandi.
Così anche il viaggio che ho vissuto i primi giorni di febbraio in Costa d’Avorio, presso la missione della nostra diocesi ad Agnibilekrou, ha suscitato in me stupore e inquietudine. Il pensarci struttura la consapevolezza e accresce il desiderio di raccontare. Come qui, almeno in pochi elementi.
Ci sono andato un po’ per caso, con il desiderio di poter vedere un frammento di Africa una volta nella vita. Mi sono ritrovato, insieme ad altri preti, in un altro mondo.
Ho cercato di non farmi incastrare dalla sottile tentazione di confrontare i due mondi, ma piuttosto ho cercato di riconoscere come il Vangelo si estende in ogni angolo della Terra. Incredibile!
Una parrocchia cattolica, quasi fossimo nel dopoguerra in Italia, effervescente e strutturata, in un mondo caotico e multireligioso, in una terra povera e dignitosa. Con gente che prega, che crede, che spera, che guarda quasi con venerazione al sacerdote. Una terra ricca di giovani, come “i nostri”, capaci di abitare le strade e mettersi al servizio. Dalla grande città fino al villaggio. Con una marcia in più per il dono di essere cristiani.
Mi sono così imbattuto anche nel locale gruppo di ACR, chiamato CVAV (cuori valorosi, anime valorose), che si incontra ogni domenica pomeriggio. Piccoli sussidi, un’attività iniziale, la spiegazione di un brano della Bibbia, qualche gioco, disciplina, preghiera e ritorno nel mondo. Soprattutto un grande orgoglio, non esibito ma vissuto, che mi ha edificato.
Un mondo alienante e appassionante, un viaggio incredibile, una Fedeltà ritrovata.
don Nicola